mercoledì 4 giugno 2008

impresa e sport

La rubrica PSICHE & VOLLEY continua, e stavolta viene spostata al sabato. Oggi parliamo di un tema che unisce sport e lavoro. Avete mai pensato che il mondo dello sport e l'universo aziendale hanno molti più punti in comune di quanto possiamo immaginare? Il Dott. Enzo Di Vera, quest'oggi, ci illumina su queste tematiche dalle pagine di volleyrosa.net. Buona lettura!
Sport e ImpresaLa Gestione efficiente dei Gruppi di lavoroVi sono molte parole che il mondo dello Sport e quello dell’Impresa condividono, stabilendo un gioco di evocazioni somiglianti.Ad esempio, i termini: leadership, team, affiatamento, eccellenza, agonismo, competizione, sfida, traguardo e tanti altri ancora, oltre a definire spazi semantici comuni, rimandano a concrete correlazioni dentro cui tentare di pensare sia lo Sport che l’Impresa non allo stesso modo, ma insieme.A ben intendere, le metafore “atleta come manager a più livelli” o il “manager come atleta dell’organizzazione-azienda” sono già tanto impiegate da risultare oramai consuete. Esse, in quanto campo d’azione della Psicologia Applicata, hanno permesso di provare modelli finalizzati all’ottimizzazione della performance (sia sportiva che professionale), considerando l’individuo in un’ottica globale, come un sistema integrato frutto di interazioni tra fattori non solo individuali ma anche organizzativo-sociali. Sotto questo aspetto, il mondo dell’Impresa è avanti anni luce rispetto al mondo dello Sport che è più “sordo”.I grandi imprenditori si sono resi conto da tempo che nell’organizzazione economica il patrimonio più grande non sono i muri o i macchinari, ma le persone. Puoi avere l’impresa più all’avanguardia con strumenti e macchine, ma se c’è una conflittualità interna, stai sicuro che prima o poi la paghi.Quello che manca a livello di Lega e di Federazioni pallavolistiche è proprio una formazione per allenatori e dirigenti. Non è un caso che nel mondo dello sport le società più forti siano anche delle grandi imprese, ben strutturate, in cui sono chiare: competenze, organizzazione, strategia e ‘mission’ (identità e valori). Per non parlare del senso di appartenenza e “fidelizzazione della maglia”. Essere parte di un gruppo ampio, una famiglia insomma.PerformanceSia la performance agonistica che quella professionale lasciano intravedere interessanti punti di intreccio:- Un atleta vincente deve essere in grado di programmare i propri obiettivi, motivarsi, gestire le proprie risorse fisiche, emotive e cognitive, integrarsi funzionalmente nel gruppo o nella squadra;- Un allenatore di livello deve saper pianificare, motivare guidare e, quando necessario, apportare modifiche e correzioni al gruppo che conduce. Entrambi, in ultima analisi, per essere dei leader devono saper ottimizzare risorse e sviluppare potenzialità;- Al manager sono richieste abilità non del tutto differenti. Egli è chiamato alla gestione ottimale della propria persona, sia in funzione del rendimento massimale delle proprie risorse individuali, che di quelle aziendali (economiche, logistico - organizzative e soprattutto umane).Promuovere la persona per liberarne le risorse è, dunque, alla base del modello d’intervento psicologico. È fatto ampiamente acquisito che i fattori psicologici giochino un ruolo fondamentale sia in positivo - nel caso di stabilità emotiva, fiducia in sé e concentrazione - che in negativo - tensione, ansia, stress e paura - nel determinare la prestazione sportiva così come quella professionale.MissioneLa questione di fondo riguarda il modo attraverso cui la condivisione della Missione d’Impresa dei Valori, delle Strategie, dei Progetti e dell’Organizzazione, possa fungere da catalizzatore psicologico: esso esercita una spinta motivazionale verso lo sviluppo delle Competenze (in subordine delle performances) del soggetto sportivo o lavoratore. In questo caso la parola “impresa” è giocata nella doppia valenza di Azienda e Azione avventurosa che si intraprende.La scienza del management ha consolidato nel tempo un sapere utile che porta a concepire lo sviluppo della "risorsa uomo" come necessariamente incentrato sul coinvolgimento: intorno agli obiettivi, ai risultati, ai significati particolari e d’insieme delle cose da fare, alle regole, ai metodi, alla comunicazione, al clima organizzativo. D’altra parte anche lo Sport ha sempre assegnato grossa rilevanza al gruppo o, più in particolare alla squadra, intesa come dimensione sociale congeniale al coinvolgimento diretto delle persone.Ecco quindi La metafora finale dell’orchestra: tutto suona armoniosamente, con un certo ritmo senza togliere le individualità (l’assolo). Si esalta il singolo, senza trascurare il gruppo, si fa crescere il gruppo senza mortificare il singolo. Questa è la più grande capacità della leadership (armonizzare la ‘groupship’ e la ‘membership’). L’ago della bilancia per stabilire l’equilibrio è il leader (allenatore/manager/direttore d’orchestra).

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