sabato 29 novembre 2008

Spunti per riflettere!

prendo dal sito della Gazzetta dello Sport e ripubblico una lettera del C.T. della Nazionale di scherma inviata ad Aldo Montano!
ho fatto tutto il viaggio di ritorno da Pechino, quest'estate, con la nazionale di scherma; Magro, che è friulano, è arrivato assieme al sottoscritto fino a Ronchi; ho pubblicato anche delle foto: erano tutti in divisa ufficiale meno Montano che ha viaggiato in short, separato dal resto della squadra, con accanto la bella fidanzata Mosetti, star della Tv.
ho scambiato qualche parola con il C.T. mentre aspettavamo il volo per Ronchi a Fiumicino e mi ha dato l'impressione di una persona di grandissima educazione e carica morale; era sicuramente stanco ma anche molto "provato" pur avendo portato a casa, per l'Italia, parecchie medaglie!
nella lettera secondo me ci sono parecchi spunti interessanti: Grazie al C.T.!

Il c.t. della sciabola Andrea Magro scrive ad Aldo Montano dopo le dichiarazioni dell'olimpionico: "Mi ritiro o vado all'estero (Emirati Arabi Uniti?) se la Federazione non mi fa allenare dall'ex c.t. Bauer". Richiesta respinta dal presidente della Federscherma, Scarso: "Se pensa di poter dire che cosa è opportuno per noi, prepari il passaporto". Ieri Bauer si è detto disponibile ad allenare Montano: "Ma deve venire a Pechino".
Caro Aldo,
mi trovo costretto a scriverti, avrei preferito parlare con te in uno spogliatoio. Ma in due anni e mezzo non ha mai voluto instaurare un rapporto, non hai mai risposto a messaggi e telefonate. Eri troppo impegnato, dicevi. In questi due anni e mezzo ho conosciuto due Aldo. Uno è un atleta eccelso, innamorato del suo lavoro. L'altro è un uomo che non era in grado di camminare da solo, perché c'era qualcuno che passava il tempo a dirti cose che non ti aiutavano. Se un allenatore viene mandato via o decide di andare via, non è un bravo professionista se continua a bombardare di messaggi i suoi ex atleti. Perché non fa il loro bene. A due mesi dall'Olimpiade Bauer ha mandato messaggi a Pastore, Bianco, Lucchino e anche a te, invitandovi in una città italiana a lavorare con lui e la Cina. Questa è professionalità?
Sono stati anni difficili, in cui ho dovuto gestire una squadra spaccata. Ho applicato un metodo che in 15 anni ha portato decine di medaglie. Ai Mondiali di San Pietroburgo hai vinto il tuo primo argento iridato e il bronzo a squadre. Gioia Marzocca ha vinto il bronzo, lei che per Bauer era da cacciare. Ma hai ringraziato una clinica. Forse una parola per me, per il tuo maestro Sirovich, per lo staff, la potevi spendere.
Nella sciabola siamo partiti da zero, abbiamo costruito staff nuovo, con maestri giovani. Dovevano ricominciare: prima non avevano ruoli operativi. Nell'anno olimpico otto sciabolatori hanno fatto finali nelle tappe di Coppa. Forse non ti interessa. Sei tornato in testa al ranking, hai vinto gare di Coppa. Ma tutto quello che eri bravo a costruirti in pedana, eri altrettanto bravo a distruggerlo fuori. Neanche un giorno hai voluto credere in te stesso e nelle persone che ti circondavano. Dall'altra parte ti ritrovavi una persona (Bauer, ndr) impegnata a distruggere la fiducia in chi lavorava con te. Ha creato la dipendenza, la peggior cosa che si possa fare.
Voglio ricordarti quanto è stato difficile, a metà stagione olimpica, dire a Sirovich che non volevi più lavorare con lui. Hai scelto un altro maestro, Sidiak, non c'erano soldi per prenderlo. La Federazione ha potuto pagarlo perché la Getour mi ha fatto fare 4 collegiali gratis a Lignano. Tu hai pensato solo a te stesso. Non fino in fondo. Quando hai dominato la gara di Coppa a Las Vegas avresti dovuto capire che sei il più forte. Invece la settimana dopo agli Europei sei uscito subito. Passavi metà del tempo a dire: sono il più forte. E l'altra metà a chiederti dov'era l'uomo che ti accompagna anche in bagno.
Ho letto l'intervista in cui parli dell'esperienza nel cantiere navale di tuo padre. Tienitela stretta, un giorno dovrai lavorare con gli operai e vorrai rispetto, il primo a darlo dovrai essere tu. E dovrai ricordarti che le bugie hanno le gambe corte: non si gioca nei miei ritiri e la Federazione grazie a una collaborazione con i Carabinieri ti ha messo a disposizione il maestro Sirovich. Tutti i giorni. Se non ci andavi, la responsabilità è tua. I risultati sono arrivati grazie a te, perché sei il migliore. Non ci hai mai creduto. Forse volevi vincere tutte le gare, ma neanche prima lo facevi. Sono orgoglioso di questi anni di lavoro, dei miei atleti, dei maestri. Mi spiace che tu non abbia potuto vivere con gioia queste esperienze. Se andrai via ti auguro un grande in bocca al lupo. E ci vediamo in pedana.
di


Andrea Magro

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