ieri ho avuto 2 bellissimi incontri: il primo con 2 amici della pallavolo, il secondo con 2 ottimi collaboratori. qui vi do qualche flash sul primo.
spunti molto interessanti che mi hanno fatto riflettere molto:
in particolare una frase mi ha colpito molto!
mi è stato chiesto: perchè mai dovremmo fidarci del fatto che se iniziereai un progetto, poi sarai in grado di portarlo fino alla fine?"
l'esempio che ho dato nella mia "rinnovata carriera pallavolistica triestina" è probabilmente di "inaffidabilità"!
avrei tantissimi motivi per spiegare perchè non è così ma preferisco partire da questo punto.
ciò è quanto viene percepito e ciò è quanto mi deve interessare.
ho capito che la mia carriera, iniziata 20 anni fa e finita più di 10 anni fa, qui non ha un peso.
gli esami non finiscono mai! a Trieste, in fondo, sono un emerito sconosciuto, un signor nessuno che non ha mai realizzato nulla; anzi ho iniziato una cosa e poi l'ho lasciata a metà.
che qualcuno o qualcosa mi abbia impedito di portare a termine ciò che ho fatto partire, che qualcuno o qualcosa non sia andato come doveva, non è una scusante.
grazie per avermi fatto riflettere.
coachmau
4 commenti:
da quanto scrivi deduco che te la sia presa a livello personale per una frase che ti è stata detta. nessuno mette in dubbio la tua esperienza, il tuo peso, la tua importanza qui a Trieste in ambito pallavolistico; e solo che se fai una cosa e non latermini perdi di credibilità, anche se perdessi ogni partita. Almeno cosi la vedo, é una questione d'orgoglio personale.
Alby
tranquillissimo caro Alby! niente di personale e nessun tipo di orgoglio! sono molto contento che tu mi abbia fatte presenti alcune cose, mi auguro che tu continuerai a farmi da coscienza critica; è sicuramente vero che non tutti possono dirmi di tutto ma ci sono alcuni che con il lavoro, la disponibilità e la "accettazione" si sono conquistati la fiducia e l'apertura.
in fondo io non credo di "non aver terminato" una cosa: mi è stato reso impossibile l'andare avanti e faccio un esempio; se nella strategia il "non partecipare al campionato U14 era importante, il doverlo fare fa "saltare" alcuni cardini dell'impostazione del lavoro"; se nella strategia è prevista una fase di "maggior responsabilizzazione e selezione" delle atlete U18 in funzione dell'obiettivo provinciale e non mi si consente di spingere sull'acceleratore, allora sarà inutile proseguire su quella strada; se nella strategia è prevista una "formazione" dei tecnici che passa attraverso del lavoro "specifico" (riunioni di "allenamento") e questo non si fa, allora è meglio lasciar perdere; se nella strategia sono possibili "scelte poco politiche" che non vengono capite e non c'è fiducia per accettarle ede aspettare i risultati, allora è meglio cambiare.
in fondo, voglio dire che gli obiettivi che mi erano stati "fissati" sono stati raggiunti; andare avanti invece è risultato possibile.
la mia interpretazione è che il lavoro è stato concluso così come era stato richiesto.
è assolutamente vero anche il fatto che ciò non è quanto è stato percepito! a mio avviso ciò succede perchè tutti sono troppo "focalizzati" sui campionati e sui tempi della stagione agonistica; il compito che mi era stato affidato era invece molto più progettuale e formativo; il progetto c'era e c'è: bisogna voler metterlo in pratica; la formazione è a disposizione ma bisogna accettare le regole dei formatori (in qualsiasi scuola le "regole di partecipazione" le fissano i docenti non gli allievi).
evidentemente non è nemmeno ben percepito ed accettato il mio possibile ruolo di "formatore", probabilmente perchè sono un po' troppo "diverso" dal "conosciuto", tipico triestino.
pazienza per tutto: sono consapevole di essere io quello che sbaglia e che non ha saputo adattarsi. tu mi stai aiutando a capire delle cose perchè hai avuto la forza di conquistarti credibilità.
ciao.
coachmau
Mi permetto.. io invece penso che proprio “adattarsi” sarebbe un errore grave: purtroppo si sa bene – e tu hai centrato in pieno il problema – che a Trieste non è facile portare innovazioni ed essere “diverso” (e non solo nell’ambito pallavolistico), proprio per questa mentalità “tipica” Triestina che citi. Che la pallavolo Triestina stia degradando a vista d’occhio è un dato di fatto e uno dei motivi di questo spiacevole degrado sono proprio delle collaborazioni che rimangono collaborazioni solo sulla carta, mentre, invece, in parallelo si costruiscono e si creano progetti individuali, giusto per pararsi – scusa l’espressione – il sedere, dovesse la collaborazione, già condannata a fallire, andare male.. E allora cosa fa il Triestino (mi permetto di generalizzare, anche se nel mio piccolo ho avuto occasione di incontrare poche, ma piacevoli eccezioni..) Invece di dire “OK, ci ho provato per 10 anni, non funziona, cambio qualcosa”, si piange addosso, accusa gli altri per i propri insuccessi, da la colpa alla FIPAV, società grandi, mancanza dei soldi, costellazione delle stelle e l’oroscopo che prevede un altro anno negativo. Solo parole e niente fatti. Ci vogliono le persone come te – e ci tengo a dirti che il mio giudizio si basa su quello che ho letto sui tuoi due blog, conoscenze con qualche atleta che hai allenato, chiacchiere con varie Mamme e Pappa e mamme e pappa, voci di corridoio, qualche ricerca in internet e anni di vari forum e siti pallavolistici che con Trieste non hanno niente a che fare. Pensa in grande, continua per la tua strada e non mollare. Ci vorranno anni di duro lavoro e pazienza pazienza pazienza, ma non essere “flessibile” e non diventare uno dei tanti. Essere testardo spesso non è un difetto. Forse proprio grazie a te anche Trieste un giorno avrà la sua … Chions (!?) :-)
Buon lavoro,
dHx
Alberto mi ha fatto aprire gli occhi su alcune cose ed ho apprezzato molto; apprezzo ancora di più perchè mi ha permesso di scrivere delle cose che, immagino, almeno in parte, abbiano "scatenato" il commento successivo: mi dà una carica grandissima. scriverò un nuovo post perchè mi sembra inutile relegare nei "commenti" temi così importanti.
grazie di cuore ad entrambi.
coachmau
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